Gambero Rosso Milano 2026

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3 Forchette
Cracco In Galleria
Da Vittorio Brusaporto (Bg)
Seta By Antonio Guida
D’O Cornaredo (Mi)
Enrico Bartolini Mudec
Berton
Miramonti L’altro Concesio (Bs)
Lido 84 Gardone Riviera (Bs)
Andrea Aprea Ristorante
Dina Gussago (Bs)
Dal Pescatore Santini Canneto Sull’oglio (Mn)
Il Luogo Aimo e Nadia
Contrada Bricconi Oltressenda Alta (Bg)

3 Gamberi
Trippa Milano
Antica Trattoria Del Gallo Gaggiano (Mi)
Trattoria Visconti Dal 1932 Ambivere (Bg)
La Madia Brione (Bs)
Osteria Della Villetta Dal 1900 Palazzolo Sull’oglio (Bs)
Caffè La Crepa Isola Dovarese (Cr)
Osteria Lagrandissima

3 Bottiglie
Ciz Cantina E Cucina

3 Tavole
Silvano Vini e cibi al banco
Lanzani Bottega & Bistrot Brescia

3 Mappamondi
Ba Restaurant
Gong Oriental Attitude
Iyo Restaurant

Novità dell’anno
Roncoroni Classici Gastronomici
Sushi Matsu Omakase
Quac Bereguardo (Pv)
Mogo

Qualità/Prezzo
Opinabile
Brescia

Migliore cantina
Cracco in Galleria

Il grande classico da non perdere
L’Ambasciata Quistello (Mn)

Il menu vegetariano
Joia

Ci tornerai domani
Nino Osteria con cucina

Premio Aimo Moroni Il Ristoratore dell’anno
Motelombroso

Ambasciatori Fondazione Gambero Rosso
Mandarin Garden Bar & Restaurant

Miglior Agriturismo
Il Colmetto Rodengo Saiano (Bs)

Avanguardie
Dina Gussago (Bs)
La Madia Brione (Bs)
Materia Cernobbio(Co)
Motelombroso
Contrada Bricconi Oltressenda Alta (Bg)
Grow Restaurant Albiate (Mb)

3 Spicchi
Confine Pizza e Cantina
Crosta
Dry
MODUS
Ristorante dell’Angolo Vittuone (Mi)
Montegrigna Tric Trac Legnano (Mi)
Enosteria Lipen Triuggio (Mb)

Semplice Mangiare
Milano

GLI AMBASCIATORI DEL TERRITORIO

Un Posto a Milano
Osteria al Gigianca Bergamo
Osteria Finil del Pret Comezzano Cizzago (Bs)
La Punta Bellagio (Co)
Osteria de l’Umbreleér Cicognolo (Cr)
Bellosteria Annone di Brianza (Lc)
La Coldana Lodi
Antica Osteria del Cerreto Abbadia Cerreto (Lo)
Hostaria Viola Castiglione delle Stiviere (Mn)
Osteria Visconti Monza
Selvatico Rivanazzano (Pv)
Lanterna Verde Villa di Chiavenna (So)
Crotto Valtellina Malnate (Va)

3 Bicchieri

AR.PE.PE Valtellina Sup. Sassella Stella Retica ’22
Avanzi RGC Valtènesi Rosavero ’24
Ballabio Farfalla Pinot Nero Pas Dosé M. Cl. Cave Privée ’18
I Barisei Francicorta Dosage Zéro Natura ’20
Barone Pizzini Franciacorta Extra Brut Rosé ’21
Bellavista Franciacorta Dosage Zéro Rosé ’21
Guido Berlucchi Franciacorta Franciacorta Nature 61 ’18
Bosio Franciacorta Brut Nature ’21
Ca’ del Bosco Franciacorta Dosage Zéro Annamaria Clementi Ris.’16
Calatroni OP Pinot Nero M. Cl. Pas Dosé Riva Rinetti ’20
Conte Vistarino Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Pernice ’22
Dirupi Valtellina Sup. Grumello V. Dossi Salati Ris. ’22
Ferghettina Franciacorta Extra Brut Ris. ’17
Fiamberti OP Buttafuoco Storico V. Solenga ’21
Giorgi OP Pinot Nero M. Cl. Pas Dosé 1870 Top Zero
Lantieri de Paratico Franciacorta Extra Brut Arcadia Vintage ’20
Mamete Prevostini Valtellina Sup. Sassella Sommarovina ’22
Tenuta Mazzolino Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Terrazze Alte ’23
Monsupello Brut M. Cl.
Montina Franciacorta Franciacorta Satèn
Mosnel Franciacorta Extra Brut EBB ’19
Nino Negri Valtellina Sfursat 5 Stelle ’22
Noventa Botticino Botticino Pià de la Tesa ’22
Pasini San Giovanni RGC Valtènesi Lettera C ’22
Perla del Garda Lugana Perla ’24
Aldo RainoldiValtellina Sup. Grumello Ris. ’19
Ricci Curbastro Franciacorta Dosaggio Zero Gualberto ’15
Tenuta Roveglia Lugana V. T. Filo di Arianna ’20
Tenuta Scerscé Valtellina Sforzato Infinito ’21
Scuropasso – Roccapietra OP Cruasé Roccapietra ’19
Selva Capuzza San Martino della Battaglia Campo del Soglio ’24
Tenute del Garda RGC Valtènesi ’24
Tenuta Travaglino OP Riesling Campo della Fojada Ris. ’21
F.lli Turina RGC Valtènesi Seta Mora ’22

3 Foglie
OLEARIA CALDERA Solo Casaliva
COMINCIOLI Monocultivar Leccino
OLIO GAIATTO Tondello Dop Laghi Lombardi

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Sulla nuova Guida Espresso 2026 tanta Romagna con Luca Gardini

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Espresso 2026

19 novembre ore 11,45, la presentazione più attesa delle Guide ovvero la Michelin, vediamo come sono andate le cose sulle altre già uscite.

Profanato il fatidico 20/20 tema di discussione con Enzo Vizzari, l’ex curatore de L’Espresso dopo gli inizi con Raspelli, in tante occasioni citando un amico in comune, Marc Veyrat, che riuscì in Francia ad essere e ancora oggi l’unico ad averli ricevuti i venti ventesimi sulla cugina Gault&Millau, nei suoi Ristoranti: primavera estate autunno ad Annecy e inverno Megeve. Ci voleva un altro che di Vino sicuramente ci capisce di più per fregarsene altamente della cosa: Luca Gardini responsabile anche dei Ristoranti dopo l’addio di Gnaffo Andrea Grignaffini la primavera scorsa. Ci voleva anche un innalzamento di tutti i punteggi per stimolare l’entusiasmo piuttosto che il “tutti gabbati” Verdiano. Ed ecco fatto che Massimo Bottura chiaramente ha aumentato di mezzo punto il suo punteggio ma a pari merito con Cracco, Romito, Ciccio Sultano, Cannavacciuolo e Cedroni. Seguono gli altri in salita chiaramente e tutti felici, unica flessione gli Alajmo, Glam e Da Gorini con mezzo punto in meno. Vera novità? Alain Ducasse arrivato a Napoli col suo Chef Alessandro Lucassino. La sorpresa è la Romagna che sbanca coi vini, il plurale è giusto, Rimini Doc Miglior Area Vinicola. Forse il premio che ha fatto più discutere se non il contrario: non gliene è fregato nulla a nessuno. In effetti, massimo rispetto al territorio di cui si parla nel titolo, anch’io faccio il tifo per gli amici riminesi e alla scelta di Luca che doveva dimostrare pure lui le sue radici, fondamentalmente si tratta del Consorzio Rebola, ovvero vini da Grechetto Gentile vitigno che a Bologna si usa per il Pignoletto, che sarebbe anche la traduzione in Slovenia di Ribolla con tanto di vini del Collio oltre confine. Passi che a San Marino esiste un vino sempre basato sul grechetto Gentile che si chiama Ribolla e lo vendono solo lì. Non vorrei che poi gli Sloveni “s’incazzano” per dirla alla Paolo Conte. Insomma, oltre al vino serve anche una buona comunicazione. Non è finita c’è anche Cracco, ex datore di lavoro di Gardini Jr. che evidentemente è rimasto in buoni rapporti col già Sommelier & Restaurant Manager ai tempi di Peck, con un Trebbiano che non incappa nei problemi precedenti degli altri riminesi visto che la Cantina si troverebbe a Santarcangelo con Vista Mare e i francesi in questo caso non s’incazzano ma possono pensare significhi molto bene. Stiamo parlando di Rosa Fanti Azienda Agricola con il Rubicone IGT Trebbiano Fiammarossa 2024 miglior vino bianco da uve autoctone, che praticamente non esiste. Quasi come Soldera a Montalcino. O quella bottiglia che un ristoratore ad Assisi aveva a casa di un’annata che non ce l’aveva neanche il produttore, Lungarotti, che volle aprirla in onore di Luca, sulla via del Mondiale. Si trattava di Rubesco 1979 Riserva, il Sangiovese più quotato facendo una media fra le guide dei vini nazionali. Il bianco di Carlo e Signora invece siamo certi che sarà buonissimo abbinato alla pasta con i cerchi olimpici. Viva la Romagna e il…?

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Vini d’Italia 2026 Gambero Rosso fra Lambrusco e Sangiovese spunta l’Albana e i Metodo Classico

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Con l’autunno arrivano le Guide con i vini risultati migliori nelle degustazioni alla cieca. Anche qui il Gambero Rosso ha quanto di più appropriato: i Bicchieri.
Come noto per i fatici 3 in un certo senso “si paga”, i produttori devono inviare non una bustarella con del denaro dentro, ma semplicemente i campioni delle singole bottiglie che verranno poi analizzate, senza conoscerne il nome, in certi casi col bicchiere nero per non distinguerne il colore.
I risultati per le singole 20 Regioni vengono rivelati giorno dopo giorno, dal 21 settembre di ogni anno, si termina con l’esito delle più numerose in fatto di “3 Bicchieri”, ovvero Piemonte e Toscana(80).

L’analisi per la Regione Emilia Romagna è stato appena diviso a metà, per la prima volta, distinguendo tra Emilia e Romagna. Quindi in Emilia trionfa solo spumante, che sia Lambrusco per Modena e Reggio oppure Metodo Classico nel Piacentino, o Bellei per la prima volta. E il risultato? 10 bottiglie 3 Bicchieri in Emilia, mentre 6 invece se li aggiudica la Romagna con Sangiovese e Albana. Il primo non ha bisogno di presentazioni, non lo possiamo certamente considerare autoctono, anche se il suo successo lo si deve sia alla Romagna che alla Toscana, e una piccola enclave a Torgiano, in Umbria, grazie alla denominazione dei Colli Martani (ricordiamo La Signora Lungarotti che ci ha appena lasciati).
Per l’Albana invece si parte da Bertinoro, luogo in cui Galla Placidia ai tempi assaggiandola esclamò: “vorrei-berti-in-oro”, alludendo all’allora capitale Bizantina, Ravenna, ma la produzione si estende da Savignano sul Rubicone a Castel San Pietro, lungo la Via Emilia. Ricordiamo che nel riminese e bolognese come bianco si utilizza il Grechetto gentile per Pignoletto e Rebola.
Parliamo dei premiati. Nonostante i natali nel forlivese, è l’Albana Codronchio 2023 di Fattoria Monticino Rosso 2023 ad ottenere i 3 Bicchieri in quel di Montecatone, nell’imolese, assieme ad una nuova Albana premiata per la prima volta, in versione Secco Corallo Giallo 2024 di Gallegati, azienda non nuova al riconoscimento. Le uve in quest’ultimo caso provengono da Brisighella, nonostante la sede dell’Azienda Agricola risulti nei dintorni di Faenza.

Come sopra anticipato, solo 6 vini hanno ottenuto i tre Bicchieri 2026 in Romagna e quindi 6 aziende in tutto. Le restanti quattro arrivano dalla provincia FC. I sangiovesi in modo particolare sono tutti nel forlivese, incominciando da Modigliana con Vigna i Probi Riserva 2022 di Villa Papiano, della Famiglia Bordini, famosi anche in Toscana e quindi nel mondo. A Bertinoro invece abbiamo per la prima volta coi 3 Bicchieri la Riserva Bron & Rusèval 2021 di Celli, che produce anche il premiatissimo I Croppi Albana Secca. L’en plein lo fa Predappio con Chiara Condello le Lucciole Riserva 2022 e Noelia Ricci Godenza 2023. Ed è proprio da Predappio che arriva il primo segnale di Wine Relais, con queste due realtà al femminile che, in maniera differente, da una parte il Borgo Condè e dall’altra la Pandolfa, villa appartenuta agli Albicini e cosiddetta delle “100 finestre”, stanno già attirando i wine lovers da tutto il pianeta.

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70 Anni Guida Michelin in Italia e sulla Via Emilia

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Si avvicina la presentazione della nuova Guida Michelin 2026, le più attese sono le nuove Stelle: una, due tre. Ma anche Bib Gourmand e Stelle Verdi sono ambite. 

In attesa vediamo come sono andate le cose l’anno scorso per il settantennale tenutosi a Modena… anzi, partiamo dalla prima edizione del 1956.
L’Italia fu il terzo Paese cui la Rossa, a fine 800, dopo Francia e Belgio, si interessò elencando alberghi e ristoranti con semplici simboli e indirizzi: casette per gli hotel e posate per i ristoranti, da 1 a 5 in base alle dimensioni del posto, completavano l’indirizzo e i prezzi praticati. Nessuna recensione. Tutto qua.

I primi ristoranti non in albergo apparirono solo nel 1920, e gli hotel a Parigi non vennero segnalati fino al 1923 per favorire il consumo di pneumatici in Provincia, fuori città. 

Per i 3 stelle bisognerà attendere il 1933. E resisteranno, nonostante le difficoltà: guerra, Covid… 

L’Italia, dicevamo, a metà anni 50 inizia Il Toto Michelin con 13 ristoranti già con una stella, collocati soprattutto al Nord. Le loro stelle spariranno nei successivi 1957 e 58, per ritornare nel 1959, diventando addirittura 84, nonostante 4 bocciati fra i tredici primordiali. Alla vigilia degli anni 60 vengono quindi stellati contemporaneamente due Ristoranti che ancora funzionano con tre e una stella. Stiamo parlando dei protagonisti dell’ultima cerimonia che ha visto il trionfo di Giancarlo Perbellini ai XII Apostoli di Verona e Arnaldo Clinica Gastronomica a Rubiera. Il riconoscimento ha subito interruzioni nelle diverse decadi. Infatti nell’edizione 1961 Arnaldo Aquila d’oro, si chiamava così allora, venne declassato e rientrò stellato l’anno successivo. I 12 Apostoli invece continuò a restare in fascia di merito, ottenendo pure 2 Stelle nel 1969 assieme ad altri 9, che furono i primi in quell’anno. Ma già nel 1971 Verona ritornò ad una, per poi riottenere il doppio macaron 2 anni dopo nel 1973. Il saliscendi del locale di Giorgio Gioco non si arrestò e ritornò ad una stella nell’edizione Michelin del 1985. Poi l’unica Stella sparì nel 1994 e ci volle uno Chef fuoriclasse come Mario Buffo per riportarla nel 2019.  Nell’edizione 2025, settantennale della Guida Michelin italiana, la singola stella verrà matematicamente sommata alle 2 stelle già di Casa Perbellini, che stava nei pressi della piazza di San Zeno.
Guardando invece la Romagna, possiamo dire che la prima stella arrivò nel ’59 nella provincia di Forlì, che si estendeva a sud fino al confine con le Marche, mentre a Nord confinava con l’altra romagnola, Ravenna. Furono due i ristoranti: Casali a Cesena e la Vecchia Rimini. Nel ’62 si aggiunse al mare Giardino da Bruno, che nel ’64 dovette cedere il titolo a Tino di Massa Lombarda, nell’entroterra, in provincia di Ravenna, ma nel ’65 il riconoscimento nel ravennate mancò, tornerà però a brillare a lungo dal 66, nello stesso Hotel con Discoteca. Il successo ravennate venne rafforzato da Maddalena, nel capoluogo, nel 69, segnando il due a due con Forlì.

Ma è nel ’71 che la cosa si fece seria. A Rimini prese la stella Nello e a Riccione Al Pescatore, per un totale di 6 ristoranti stellati (4-2). Lasciò il podio nel ’74 a Riccione Dal Pescatore per far spazio a Punta dell’Est, sempre nella Perla Verde, e al Gambero Rosso di Cesenatico: siamo a 7 (5-2). 

Il 1975 è l’anno in cui si aggiunse un ristorante che si trova in provincia di Bologna, ma dove si sentono romagnoli, e che ancora si difende molto bene, stiamo parlando del San Domenico di Imola, per il quale di lì a poco, nel ’77, arriverà anche la seconda Stella Michelin, e che ancora resiste con un piccolo sali scendi che vedremo. 

Si salì anche l’anno successivo, nonostante il declassamento di Nello e dell’Hotel Casali, grazie a tre nuovi stellati: Genny a Cervia, Lampara da Mario Cattolica e Frasca di Castrocaro Terme. Completò l’ascesa Gigiolè nel ’77 a Brisighella.

L’anno dopo la Romagna perse gli stellati Tino e Punta dell’Est a favore di La Meridiana Da Mario a Lugo. 

E finalmente nel 1979 arrivò anche la stella a Forlì, in città, al Principe, con Romano Visani, ex socio di Morini del San Domenico. L’anno seguente venne blasonato Al Trocadero Da Vittorio di Cesenatico. 

Bad news negli anni successivi, con la caduta di stelle per Mario de La Lampara, La Meridiana, cui si aggiunsero nell”82 Maddalena e nell”83 Genny.

Nei vicini Lidi Ferraresi ci fu una nuova stella Michelin a Comacchio per Il Sambuco di Donato Bonadies e nell’entroterra, ad Argenta, per il Trigabolo, quest’ultimo iniziò un’ascesa ancor’oggi indimenticabile grazie a Giacinto Rossetti. Nel 1984 Forlì perse al Principe la sua unica stella cittadina fino ad oggi, lo stesso accadde a Vecchia Rimini. Ma quello fu anche l’anno di Paolo Teverini, che sbucò fuori in Alto Savio a pochi km da Umbria, Marche e Toscana, in quel di Bagno di Romagna. 

Il 1985 fu una buona annata per i ristoranti romagnoli con Amici Miei a Faenza e La Meridiana da Mario a Lugo, che riagguantò la Stella, ma nulla da fare per Gigiolè a Brisighella che la perse. 

Il 1986 fu l’anno del primo 3 Stelle in Italia con Gualtiero Marchesi a Milano, che oscurò quasi il successo di La Frasca di Gianfranco e Bruna Bolognesi ai quali invece andò la seconda Stella e come loro anche Fini a Modena ce la fece. In quell’anno ci fu una novità anche in the city a Ravenna, dove brillò Tre Spade con Roberto Cristofori.
Il 1987 segnò la fine della prima parentesi stellata del Mitico Al Trocadero Da Vittorio a Cesenatico, nulla di fatto l’anno successivo e quello dopo con la perdita stellare di Amici Miei a Faenza e Gambero Rosso Cesenatico.

Anche gli anni 90 partirono male con il declassamento del San Domenico Imola, causa apertura anche a New York Morini e i Marcatillii passarono ad una stella, e a Lugo la Meridiana perse la sua unica. 

Tornarono a splendere le Stelle nel 1992 con un altro tre stelle nei dintorni di Milano, all’Antica Osteria del Ponte, due andarono al Trigabolo per Igles Corelli e Bruno Barbieri, mentre Brisighella, dopo alcuni anni senza stella, ne vide riluccicare una per il gradito ritorno di Tarcisio Raccagni. 

Crebbero i tre stelle anche nel ’93 con Enoteca Pinchiorri a Firenze. Chiaramente non poteva mancare l’altra città Artusiana, quella dei natali di Pellegrino, Forlimpopoli, con il Maneggio e Giorgio Sebastiani che riconfermò la stella ottenuta l’anno prima. 

L’anno dopo, a Brisighella bis dei Raccagni con la Grotta e Antonio Bondi con Leo Fusaroli, ma ahimè il Sambuco di Comacchio perse il riconoscimento.

Nel 1995 Pinchiorri perse la terza stella, appena ricevuta, passando a due, partirono i lavori di ristrutturazione. 

L’anno dopo tornarono ad essere ancora 3 i tre stelle grazie a Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio con Nadia Cavaliere Santini, che si aggiunge a Marchesi e Santin. 

Pacifico da Franco rimpiazzò il Sambuco e mantenne la stella a Comacchio con Angela Bonazza, mentre al Maneggio sparì la stella forlimpopolese per sempre. 

Nel1997 altre tre stelle diventarono “due”: in quel di Cassinetta di Lugagnano e a Milano dove Gualtiero per il trasferimento a Erbusco, in Franciacorta, chez Moretti patron del celebre Château, concedetemi il francesismo, Bellavista, non riuscì a riconfermare le tre. Ma subentrò dal Sud Don Alfonso con un nuovo tre stelle. A Castel Guelfo Bruno Barbieri, staccatosi da Igles Corelli al Trigabolo, portò la stella quasi a casa sua, alla Locanda Solarola, dopo essere passato anche da Brisighella dove la Grotta non riuscì comunque ad affermarsi.

Nel 1998 arrivò il primo 3 stelle in Piemonte, dopo Lombardia, Toscana e Campania, si trattava del Sorriso di Soriso, e c’era poco da ridere con il sig. Valazza, che per fortuna era coadiuvato dalla sua Signora, Luisa Marelli. Ma fu Fausto Montalti a riportare la stella a Cesenatico da Vittorio a 3 anni dalla morte del patron Boldini a discapito di Gigiolè che azzerò il firmamento brisighellese. Ma non buttiamoci giù dalla finestra! Arnaldo a Rubiera per la seconda volta perse la stella che brilla oggigiorno. 

Non l’abbiamo detto ma nel 1996 era sparito improvvisamente il Trigabolo ad Argenta e anche Igles Corelli aveva traslocato, guadagnando la sua prima stella nel 99, in proprio, alla Locanda della Tamerice nelle vallette ad Ostellato, dove si trovava in buona compagnia grazie alla Capanna di Eraclio, tutti e due nel ferrarese. 

Comacchio terminò la sua epopea stellata con Pacifico. 

Siamo ora nel nuovo millennio, il San Domenico riprende la seconda stella e anche Barbieri a Locanda Solarola conquista la seconda stella praticamente dalle sue parti, Medicina.

A Rimini, nel frattempo diventata provincia, Fabio Rossi all’Acero Rosso conquista la sua prima ed unica stella, Arnaldo per la terza volta riconquista la sua prediletta ed unica, a Fusignano c’è pure la Voglia Matta a convincere il Bibendum con Barbara Ruffo Lo Mastro. 

Bisogna attendere il 2002 per riavere una nuova stella romagnola, ce la fa Vincenzo Camerucci a Cesenatico al Lido Lido, ma crolla Vittorio per sempre, dall’altra parte del Canale Leonardesco. 

Massimo Bottura riceve la sua prima stella sull’edizione 2003 della Guida Michelin, in via Stella in pieno centro a Modena (dopo un periodo passato a Campazzo in pieno stile Slow Food) che poi farà storia come Osteria Francescana. Viene promosso contemporaneamente anche Alberto Rossetti, a Santarcangelo Al Palazzo, che poi lì si fermerà. Fra un 3 stelle nascente e bravo cuoco, che non riuscì a mantenere almeno una stella nei successivi ristoranti a San Giovanni in Marignano e ad Urbino, spicca la notizia di un nuovo tre stelle allo Chef più giovane e pure patron, ma che non potè entrare fra i JRE, stiamo parlando di Massimiliano Alajmo a Le Calandre di Rubano nella zona industriale di Padova. 

L’anno dopo torna la terza stella a Firenze, otto anni dopo il declassamento, all’Enoteca Pinchiorri e da quel momento i tristellati cresceranno fino agli attuali 14 con un solo declassamento. 

Nel 2006 si aggiunge ai 3 stelle anche Heinz Beck a Roma, a La Pergola, mentre Bottura conquista la sua seconda, idem Ciccio Sultano al Duomo di Ragusa Ibla, si unisce al gruppo uno che guadagna la sua prima stella e che poi riporterà, senza fare spoiler, la seconda stella in Romagna, Alberto Faccani del Magnolia di Cesenatico. Al Palazzo a Santarcangelo invece cade la Stella. Questa edizione va ricordata anche per le “Promesse”, ovvero il grassetto rosso su alcuni ristoranti in guida che hanno maggiori probabilità di essere promossi. Fra questi anche “Xbe”, che evidentemente allora non aveva compreso che mancava poco, avendo già due stelle, perdendo l’occasione. 

Nel 2007 abbiamo il declassamento della Voglia Matta a Fusignano, mentre l’anno successivo due novità in Romagna a Miramare di Rimini Da Guido, dei Raschi, e Raffaele Liuzzi a Cattolica alla Locanda. Addio alla stella per Acero Rosso a Borgo San Giuliano a Rimini e a Chef Fabio Rossi non rimane che San Patrignano a Vite.

Nel 2010 i Rising Star sono riservati agli indirizzi in Guida e fra questi uno che farà molta strada, Enrico Bartolini a Le Robinie in Oltrepò Pavese, da candidato arriva alla prima stella. Da Vittorio a Brusaporto conquista la terza stella Michelin e siamo a 6. Riccardo Agostini, reduce da il Povero Diavolo, conquista immediatamente la Stella a Pennabilli (che ai tempi stava nelle Marche), e invece a Cattolica, in Romagna, uno Chef che poi si trasferirà fra Urbino e Pesaro, Stefano Ciotti, al Vicolo Santa Lucia avrà la meglio a discapito di Locanda Liuzzi. 

Nel 2011 a Torriana l’arrivo di Pier Giorgio Parini permette di ottenere subito la stella tanto attesa Al Povero Diavolo, mentre il Lido Lido di Vincenzo Camerucci abbandona per sempre la tormentata etoile. 

Colpo di scena nel 2012: scende a una stella il ristorante che ha mantenuto da più tempo le due stelle Michelin in Italia ancora oggi, stiamo parlando de La Frasca, nel frattempo trasferitasi a Milano Marittima e che ha poi visto anche l’uscita del suo creatore: Gianfranco Bolognesi. Ne approfitta Massimo Bottura, nonostante il terremoto, diventando il settimo tre stelle in quell’anno. Quello dopo tocca invece ad Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba mantenere la media, visto il declassamento, sempre in Piemonte, di Al Sorriso, diagonalmente all’opposto sul Lago d’Orta. A Cattolica termina il periodo stellato della località balneare con Stefano Ciotti declassato al Vicolo Santa Lucia. Niko Romito alza l’asticella a 8 tre stelle Michelin, in rappresentanza della Regione Abruzzo e quello più a Sud, se escludiamo il Don Alfonso ai tempi. 

Siamo nel 2014 ed è La Buca a Cesenatico a portarsi a casa la Stella, a braccetto con la Capanna di Eraclio (che l’aveva a suo tempo persa) e La Zanzara sempre in quel di Codigoro. 

Nel 2016 perdono definitivamente l’unica stella rimasta La Frasca e Paolo Teverini (fratellastro di Marco Cavallucci). 

Più breve la carriera di Parini stellato: con l’arrivo del 2017 il Povero Diavole chiude per passare allo Chef Giuseppe Gasperoni che rileva la gestione. 

Giriamo pagina, ci vorrà il 2018 per iniziare una serie di tre stelle Michelin ogni anno, Covid permettendo, che ancora oggi sembra inarrestabile e senza flessioni, iniziando con Norbert Niederkofler al St.Hubertus di San Cassiano, parte dell’Hotel Rosa Alpina, a cui il traguardo sarebbe costato moltissimo. Si parlava di un deficit di oltre 20 milioni di euro
e dell’ingresso del Gruppo Aman per ripagare tutto, compresa la perdita della terza stella appena ricevuta. Magnolia a Cesenatico sale a due Stelle. 

Con il 2019 è Uliassi a portare anche nelle Marche la terza Stella Michelin, con Moreno Cedroni che lo sta a guardare. A Rimini in città arriva finalmente la stella sia alla cucina Italiana che a quella Argentina di Abocar. 

L’edizione 2020 fa sì che tutto si fermi con 11 tre stelle e neanche quel declassamento annunciato ma sempre dietro l’angolo, così le tre stelle tornano a Milano, dove tutto era iniziato con Marchesi, grazie ad Enrico Bartolini al Mudec. A San Piero in Bagno una stella va a Da Gorini nella sede che fu del Gambero Rosso pluridecorato da tutte le Guide che si era sempre accontentato della stella assegnata alla Locanda. 

The show must go on, il 2021 premia coloro che sono riusciti ad aprire durante il 2020, anno del Covid. Nessuno è stato declassato per la chiusura giustificata, ma per l’eventuale operato. Fra questi il Sant’Elisabetta a Firenze, D’O a Cornaredo, Harry’s Piccolo a Trieste ottengono la seconda stella. Il Povero Diavolo a Torriana riprende la Stella. 

Tornano a crescere i tre stelle nel 2023, con Villa Crespi.

Nel 2024 la novità è Fabrizio Mellino dei Quattro Passi che riporta il massimo titolo Michelin sempre da quelle parti a fine secolo scorso. St.Hubertus chiude per rinnovo in vista dei Giochi Invernali 2026. Nel frattempo Norbert Niederkofler si è spostato vicino a casa, a Brunico, all’Atelier Moessmer, rinomato lanificio, ora anche Gourmet a tre stelle. 

Vi sarete accorti che in Romagna c’è stato un grosso movimento di stelle Michelin in buona parte di questi 70 anni della Guida Rossa, con una notevole flessione negli ultimi anni che con l’edizione 2025 sembra terminata, speriamo. Le novità stellate sono Marco Garattoni e Agostino Iacobucci nella sede dell’ex Magnolia a Cesenatico, ribattezzato Ancora, e Piccolo Lago ad Acquapartita, mentre il Povero Diavolo perde la stella per cambio location dello Chef ora Casa Gasparoni.

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3 Bicchieri Gambero Rosso Vini d’Italia 2026

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Lombardia
Botticino Pià de la Tesa 2022 Noventa Botticino
Brut Metodo Classico Monsupello
Farfalla Pinot Nero Pas Dosé Metodo Classico Cave Privée 2018 Ballabio

Franciacorta
Brut Nature 2021 Bosio
Dosage Zéro Annamaria Clementi Ris. 2016 Ca’ del Bosco
Dosage Zéro Natura 2020 I Barisei
 Dosage Zéro Rosé 2021 Bellavista
Dosaggio Zero Gualberto 2015 Ricci Curbastro
Extra Brut Arcadia Vintage 2020 Lantieri de Paratico
Extra Brut EBB 2019 Mosnel
Extra Brut Ris. 2017 Ferghettina
Extra Brut Rosé 2021 Barone Pizzini
Franciacorta Nature 61 2018 Guido Berlucchi Franciacorta
Satèn Montina Franciacorta

Lugana
Perla 2024 Perla del Garda
V. T. Filo di Arianna 2020 Tenuta Roveglia

Oltrepò Pavese
Buttafuoco Storico V. Solenga 2021 Fiamberti
 Cruasé Roccapietra 2019 Scuropasso – Roccapietra
 Pinot Nero Metodo Classico Pas Dosé 1870 Top Zero Giorgi
 Pinot Nero Metodo Classico Pas Dosé Riva Rinetti 2020 Calatroni
 Riesling Campo della Fojada Riserva 2021 Tenuta Travaglino
Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Pernice 2022 Conte Vistarino
Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Terrazze Alte 2023 Tenuta Mazzolino

RGC Valtènesi
2024 Tenute del Garda
Lettera C 2022 Pasini San Giovanni
Valtènesi Rosavero 2024 Avanzi
Valtènesi Seta Mora 2022 F.lli Turina

San Martino della Battaglia Campo del Soglio 2024 Selva Capuzza

Valtellina
Sforzato Infinito 2021 Tenuta Scerscé
Sfursat 5 Stelle 2022 Nino Negri
Superiore Grumello Ris. 2019 Aldo Rainoldi
Superiore Grumello V. Dossi Salati Ris. 2022 Dirupi
Superiore Sassella Sommarovina 2022 Mamete Prevostini
Superiore Sassella Stella Retica 2022 AR.PE.PE

Con l’autunno arrivano le Guide con i vini risultati migliori nelle degustazioni alla cieca. Anche qui il Gambero Rosso ha quanto di più appropriato: i Bicchieri.
Come noto per i fatici 3 in un certo senso “si paga”, i produttori devono inviare non una bustarella con del denaro dentro, ma semplicemente i campioni delle singole bottiglie che verranno poi analizzate, senza conoscerne il nome, in certi casi col bicchiere nero per non distinguerne il colore.
I risultati per le singole 20 Regioni vengono rivelati giorno dopo giorno, dal 21 settembre di ogni anno, si termina con l’esito delle più numerose in fatto di “3 Bicchieri”, ovvero Piemonte e Toscana(80).
L’analisi per la Regione Emilia Romagna è stato appena diviso a metà, per la prima volta, distinguendo tra Emilia e Romagna. Quindi in Emilia trionfa solo spumante, che sia Lambrusco per Modena e Reggio oppure Metodo Classico nel Piacentino, o Bellei. E il risultato? 10 bottiglie 3 Bicchieri in Emilia, mentre 6 invece se li aggiudica la Romagna con Sangiovese e Albana. Il primo non ha bisogno di presentazioni, non lo possiamo certamente considerare autoctono, anche se il suo successo lo si deve sia alla Romagna che alla Toscana, e una piccola enclave a Torgiano, in Umbria, grazie alla denominazione dei Colli Martani (ricordiamo La Signora Lungarotti che ci ha appena lasciati).
Per l’Albana invece si parte da Bertinoro, luogo in cui Galla Placidia ai tempi assaggiandola esclamò: “vorrei-berti-in-oro”, alludendo all’allora capitale Bizantina, Ravenna, ma la produzione si estende da Savignano sul Rubicone a Castel San Pietro, lungo la Via Emilia. Ricordiamo che nel riminese e bolognese come bianco si utilizza il Grechetto gentile per Pignoletto e Rebola.
Parliamo dei premiati. Nonostante i natali nel forlivese, è l’Albana Codronchio 2023 di Fattoria Monticino Rosso 2023 ad ottenere i 3 Bicchieri in quel di Montecatone, nell’imolese, assieme ad una nuova Albana premiata per la prima volta, in versione Secco Corallo Giallo 2024 di Gallegati, azienda non nuova al riconoscimento. Le uve in quest’ultimo caso provengono da Brisighella, nonostante la sede dell’Azienda Agricola risulti nei dintorni di Faenza.
Come sopra anticipato, solo 6 vini hanno ottenuto i tre Bicchieri 2026 in Romagna e quindi 6 aziende in tutto. Le restanti quattro arrivano dalla provincia FC. I sangiovesi in modo particolare sono tutti nel forlivese, incominciando da Modigliana con Vigna i Probi Riserva 2022 di Villa Papiano, della Famiglia Bordini, famosi anche in Toscana e quindi nel mondo. A Bertinoro invece abbiamo per la prima volta coi 3 Bicchieri la Riserva Bron & Rusèval 2021 di Celli, che produce anche il premiatissimo I Croppi Albana Secca. L’en plein lo fa Predappio con Chiara Condello le Lucciole Riserva 2022 e Noelia Ricci Godenza 2023. Ed è proprio da Predappio che arriva il primo segnale di Wine Relais, con queste due realtà al femminile che, in maniera differente, da una parte il Borgo Condè e dall’altra la Pandolfa, villa appartenuta agli Albicini e cosiddetta delle “100 finestre”, stanno già attirando i wine lovers da tutto il pianeta.

Emilia
Arvange Pas Dosé Metodo Classico 2020 Valtidone
Brut Rosé Metodo Classico Cuvée Francesco Bellei & C.
Il Pigro Dosaggio Zero Metodo Classico 2022 Cantine Romagnoli

Lambrusco
di Sorbara Brut Rosé Metodo Classico 2020  Cantina della Volta
di Sorbara Piria 2024  Alberto Paltrinieri
di Sorbara Vigna del Cristo 2024  Cavicchioli

Grasparossa
di Castelvetro Amabile Semprebon 2024  Fattoria Moretto
di Castelvetro Vign. Cialdini 2024  Cleto Chiarli Tenute Agricole
di Castelvetro Vini del Re 2024  Cantina Settecani

Reggiano Lambrusco Concerto 2024 Medici Ermete

Romagna

Albana
Codronchio 2023 Fattoria Monticino Rosso
Secco Corallo Giallo 2024  Gallegati

Sangiovese
Bertinoro Riserva Bron & Rusèval 2021  Celli
Vigna Probi Riserva 2022  Villa Papiano

Predappio
Godenza 2023  Noelia Ricci
Sangiovese Predappio Le Lucciole Riserva 2022  Chiara Condello

Marche

Castelli di Jesi Verdicchio Classico
Ambrosia Riserva 2022 Vignamato
Lauro Riserva 2022 Poderi Mattioli
Origini Riserva 2023 Fattoria Nannì
Rincrocca Riserva 2022 La Staffa
San Paolo Riserva 2022 Pievalta
San Sisto Riserva 2022 Tenute San Sisto
Vigna Il Cantico della Figura Riserva 2021 Andrea Felici
Villa Bucci Riserva 2022 Tenuta Villa Bucci

Colli Maceratesi Ribona Camurena 2022 Saputi
Conero Sassi Neri Riserva 2021 Fattoria Le Terrazze
Le Oche 2023 Fattoria San Lorenzo

Offida Pecorino
2024 Numa
Artemisia 2024 Tenuta Spinelli
Campo di Marte 2024 Tenuta De Angelis
Donna Orgilla 2024 Fiorano

Piceno Superiore Lecaniette Morellone 2021 Le Caniette

Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2022 Velenosi

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore
Da Solo 2023 Terralibera
L’Insolito del Pozzo Buono 2023 Vicari
Vecchie Vigne Historical 2020 Umani Ronchi
Vigna di Tobia 2022 Col di Corte

Verdicchio di Matelica
Senex Riserva 2019 Bisci
Vertis 2023 Borgo Paglianetto

Vignagiulia Rosso 2020 Emanuele Dianetti

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